Convocare al più presto un grande consiglio comunale, aperto alla cittadinanza, sul futuro dell’ospedale di Assisi. È la proposta lanciata dall’assessore alla sanità Massimo Paggi durante la seduta dell’assemblea municipale di lunedì 11 marzo.
Nel corso dell’assise si doveva discutere un ordine del giorno del Gruppo consiliare Uniti per Assisi che riprendeva due interrogazioni regionali con cui si chiedeva di conoscere gli indirizzi della Giunta regionale sulle problematiche relative all’ospedale di Assisi e la sua sopravvivenza. Il Gruppo consiliare proponeva un dibattito in Consiglio Comunale sull’argomento. A questo punto l’assessore Paggi, a nome della Giunta, ha rilanciato e ha espresso l’idea di convocare sul tema un Consiglio Comunale aperto ai cittadini perché l’ospedale di Assisi riguarda l’intera comunità e non solo considerato che la Città Serafica è frequentata da milioni di visitatori e quindi il futuro del nosocomio è di estremo interesse per tutte le componenti della società locale ed è un argomento che deve coinvolgere e impegnare maggioranza e opposizione.
Al termine del dibattito all’unanimità l’ordine del giorno è stato trasformato in mozione che impegni il presidente del Consiglio, il sindaco e la Giunta a convocare il Consiglio comunale aperto. I capigruppo inoltre si impegnano a predisporre un documento, sulla base di quanto già proposto dall’assessore Paggi, da presentare nelle opportune sedi regionali prima dell’approvazione del Piano sanitario.
Sull’ospedale di Assisi, anche la riflessione di Fabrizio Leggio, affidata a Facebook, di cui riprendiamo ampi stralci. “Anche oggi, per l’ennesima volta negli ultimi dieci anni, è andato in scena il dibattito sull’ospedale di Assisi e sul suo depotenziamento, in Consiglio Comunale. Così come avvenuto nelle puntate precedenti, più o meno tutti i consiglieri comunali, hanno recitato la loro arringa in difesa del nosocomio cittadino, che vive ormai da anni un lento e inesorabile declino, dovuto alla progressiva riduzione di servizi che l’ha spogliato della gran parte dei reparti che caratterizzano un ospedale”.
“Causa scatenante, questa volta, la riorganizzazione dei servizi di diagnostica che potrebbe comportare la chiusura del laboratorio di analisi nel giro di due anni e il fatto che la Regione Umbria abbia dotato di un servizio di risonanza magnetica l’ospedale di Città della Pieve piuttosto che il nostro. Mentre ascoltavo gli amministratori degli ultimi 20 anni prendersela con gli attuali e viceversa – scrive Leggio – non potevo non pensare all’immagine di quell’uomo che invece di guardare la luna, guarda il dito che la indica”.
“La situazione dell’Ospedale di Assisi non è altro che la conseguenza degli enormi tagli alla sanità perpetrati indistintamente da tutti i governi tecnici e politici che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni. (…) Il modello neoliberista ci sta conducendo verso una sanità mista pubblico/privata. Chi non può pagare non può sperare nelle migliori cure. Enormi aree del Paese, soprattutto nel Mezzogiorno, lasciate nel degrado più assoluto, con livelli di sanità pubblica da Terzo Mondo. E la soluzione non è andare a pietire un laboratorio in più o in meno in Regione, ma battersi contro questo sistema neoliberista dominante e provare a cambiare le cose, già a partire dalle prossime elezioni europee.”
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