Arriva dal consigliere regionale Andrea Liberati (Movimento 5 Stelle) l’allarme su un possibile pirogassificatore ad Assisi, un impianto volto a testare l’utilizzo di alcune tipologie di cosiddetto CSS, il combustibile solido secondario, derivato dalla lavorazione dei rifiuti urbani non pericolosi e speciali non pericolosi. “Il che equivale – secondo il consigliere – a bruciare i soliti rifiuti. San Francesco ci accompagna nel rispetto del Creato, ma proprio ad Assisi si sta per calpestare il messaggio universale del Poverello”.
Cos’è un pirogassificatore? Da un volantino valdostano (favorevole all’impianto), il pirogassificatore è “un moderno impianto di smaltimento rifiuti che recupera energia e calore dalla combustione del gas ottenuto dai rifiuti, non pericolosi e non differenziati, che residuano da tutte le misure di riduzione e differenziazione messe in atto. Le norme europee e nazionali impongono di ridurre al minimo e valorizzare al massimo i rifiuti: la raccolta differenziata, il riciclo e il recupero consentono di raggiungere il primo obiettivo, il pirogassificatore il secondo, garantendo un buon rendimento energetico”.
Per Liberati, il pirogassificatore potrebbe essere costruito nonostante “l’intero territorio comunale di Assisi è oggetto di tutela, con vincolo paesaggistico quale area di notevole interesse pubblico (ex TU 42/2004). Assisi medesima gode inoltre di protezione internazionale: davvero perverso pensare di dare il via libera a un’idea del genere”. Nonostante questo, ad Assisi c’è il rischio di “una nuova struttura industriale volta all’incenerimento, dopo gli ammorbanti impianti di Terni, il caos discariche, il megabiodigestore di Foligno”.
“La ditta interessata – secondo l’esponente del M5S Umbria – avrebbe facoltà di bruciare, nel pirogassificatore, cinque tonnellate al giorno di CSS: a norma di legge, questa inquinante attività si potrebbe ripetere per ben quattro anni in via sperimentale. E tale sperimentazione – sempre secondo Andrea Liberati – consentirebbe di aggirare le previsioni del Piano regionale rifiuti che, solo a parole, esclude la termovalorizzazione di CSS in Umbria. Altro che differenziata! Altro che rifiuti zero! Non solo: come scritto nella stessa relazione, la pericolosità delle ceneri dovrà essere appurata da apposite analisi”.
Liberati segnala inoltre che, “a causa del mancato stop della Regione, nel quadro della nota deregulation urbanistica, si moltiplicano ovunque progetti simili e molti altri si preannunciano in altre realtà umbre. Silenzio assordante dal presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, mentre dell’assessore al ramo si sono da tempo perse le tracce: un modo di amministrare totalmente autoreferenziale – conclude il consigliere – che squalifica la città di Assisi e l’intera regione, disonorando lo spirito che vivifica la nostra stessa esistenza”.
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