Stipendio dei dirigenti comunali di Assisi, il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione per operare una nuova valutazione formale ed espressa dei contenuti delle funzioni dirigenziali; ridurre di un ammontare pari al 30% l’importo della retribuzione da posizione dei dirigenti comunali; trasferire dalla retribuzione da posizione alla retribuzione da risultato il 50% di quanto residua dalla riduzione di cui al punto 2; definire in termini numerici e misurabili e rendere pubblici gli obiettivi da cui dipende la retribuzione di risultato.
A proposito dello stipendio dei dirigenti comunali, il consigliere Fabrizio Leggio ha analizzato le retribuzioni sia dei politici che dei dirigenti comunali che sono le seguenti, scoprendo che – le cifre vanno intese al lordo) – se il sindaco prende 2.788,87 euro al mese, il vicesindaco 1.533,88 euro, la presidente del consiglio 1.245,99, ciascun assessore 1.245,99 euro (mentre per i consiglieri c’è un gettone di presenza di 37,8 euro lordi), gli stipendi dei dirigenti comunali sono ben più alti. Lo stipendio dei dirigenti comunali prevede invece 94.301,26 euro l’anno per il segretario generale, 107.990,15 euro per il settore affari generali, 89.406,87 euro per il settore istituzionale e Finanziario, 82.646,33 euro per il settore Polizia Municipale e 109.373,42 euro per il settore infrastrutture.
“I dirigenti comunali – scrive Leggio nella pagina Facebook del Movimento 5 Stelle Assisi – arrivano a percepire in alcuni casi oltre il triplo del sindaco in un territorio dove lo stipendio medio del cittadino è di 17.285 euro lordi all’anno (dichiarazioni 2014). Stipendi ai nostri occhi spropositati soprattutto se rapportati con le dimensioni della realtà assisana e con le effettive responsabilità richieste. Non si ricorda un’azione di responsabilità a memoria d’uomo mentre di errori, anche gravi a volte, potremmo citarne più d’uno”.
Sempre a proposito dello stipendio dei dirigenti comunali, Leggio spiega che “la cosa che più di tutte salta all’occhio è il fatto che alla retribuzione tabellare da contratto di oltre 45mila euro annui, vanno ad aggiungersi una serie di voci (retribuzione di posizione, da obiettivo, incentivi, incarichi accessori) che sono di fatto la cosiddetta componente premiale e sono in buona parte a discrezione politica, ovviamente in questi anni fissata in prossimità del massimo consentito per legge. Se la retribuzione da obiettivo, come dice la parola stessa, è legata al raggiungimento di un determinato risultato, la retribuzione da posizione, una volta stabilità, è invece assicurata. I criteri con cui si assegna la retribuzione da obiettivo – scrive ancora Leggio – sono poi alquanto nebulosi: nessuno ha ben capito quali sono questi obiettivi da raggiungere e la relazione dell’Organismo Indipendente di Valutazione che attesta il raggiungimento del risultato parla di ottimo rapporto tra colleghi, affezione e orgoglio per il proprio Ente, soddisfazione generale per il proprio lavoro e la stima del proprio superiore gerarchico. Con tutto il rispetto per queste buone intenzioni – conclude Leggio – non ci sembrano obiettivi seri e soprattutto verificabili oggettivamente da tutti”.
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