Anziché il modello stangata che poco servirà ad arginare un trend, quello dello spopolamento del centro storico, che difficilmente potrà essere invertito senza politiche attive su affitti e commercio, meglio fare come Venezia, dove dal 2023 per un soggiorno giornaliero – che non prevede cioè soste in albergo – bisognerà pagare dai 3 ai 10 euro. Dopo la decisione del consiglio comunale di aumentare le tariffe della tassa di soggiorno, è Francesco Mignani della Lega Assisi a invitare a pensare diversamente al problema dello spopolamento, non prevedendo una tassa di soggiorno di cinque euro, pari a un hotel a cinque stelle, per chi sceglie di soggiornare negli appartamenti destinati solo ai soggiorni brevi, come deciso dal consiglio comunale, ma tassando le migliaia di turisti al giorno mordi e fuggi.
“Bisognerebbe tassare – dice al Corriere dell’Umbria – non tanto e non solo chi soggiorna in città e beneficia non solo gli alberghi ma anche le altre attività come negozi, bar e ristoranti, ma chi viene in città per mezza giornata o per una sola giornata, spesso ‘scaricando’ i suoi costi (si pensi solo alla spazzatura) sulla collettività, portando pochi benefici. Un po’ come si farà a Venezia, che dal 2023 tasserà i visitatori giornalieri. Non è certo ‘stangando’ un turista con cinque euro si ripopola il centro storico, problema per cui andrebbero attuate politiche diverse“.
Come anticipato su Assisi News, con l’anno nuovo clienti degli hotel a 1-2-3 stelle pagheranno 2 euro, di quelli a 4 stelle 3 euro, delle residenze d’epoca 3 euro, mentre i turisti di 5 stelle e appartamenti turistici pagheranno 5 euro. Per quanto riguarda bed & breakfast, camere, strutture ricettive religiose, case per ferie, altre strutture extralberghiere, campeggi e ostelli la tassa è di 2 euro, la stessa degli agriturismi a 1-2-3 girasoli (per quattro e cinque girasoli, la tariffa è di 3 e 4 euro). I prezzi si intendono per giorno e fino al terzo giorno, dal quarto la tassa si cancella.
Per Mignani, unitamente al consigliere comunale Jacopo Pastorelli e al consigliere regionale Stefano Pastorelli, “Provvedimenti privi di ogni logica, soprattutto nell’equiparazione degli alberghi a 5 stelle con gli appartamenti a uso turistico. Tali strutture sono spesso gestite da attività familiari, sulle quali graveranno le conseguenze più gravi di queste decisioni, con pesanti ripercussioni sul tessuto economico locale. A ciò si aggiungono le politiche fallimentari in tema di turismo perpetrate dalla giunta Proietti, incapace di organizzare un cartellone natalizio di eventi degno di tale nome. Non a caso Assisi, secondo le stime sui flussi turistici elaborati da Aur, è una delle città peggiori in Umbria in termini di arrivi comparati al periodo 2019. Un dato sconfortante se si considera la vocazione turistica della nostra città, che ha sempre rappresentato nel corso degli anni un traino per l’intera regione. Un quadro reso ancora più avvilente dalla valutazione del trend positivo che sta attraversando la Regione Umbria, grazie agli interventi mirati della Giunta Tesei e ai record di voli e presenze collezionati dall’Aeroporto San Francesco. Già, proprio quell’aeroporto di cui il Comune di Assisi non paga le quote societarie”.
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