Antonio Lunghi e Ivano Bocchini di Uniti per Assisi ricordano che il loro gruppo è favorevole all’introduzione dell’imposta di soggiorno a condizione che vengano coinvolti gli Operatori Turistici che devono essere i primi sostenitori della sua introduzione non passivi esecutori, e che per questo il gruppo proporrà alcune modifiche. Immediata la controreplica su Twitter dell’assessore Eugenio Guarducci.
In particolare – sostiene Uniti per Assisi – “l’applicazione dell’imposta potrebbe essere rinviata di un anno anche approvando in Consiglio Comunale il Regolamento prova ne sia che l’importo dell’imposta non viene stabilito con questo atto ma rinviato a prima dell’approvazione del Bilancio in quanto ne costituisce una delle Voci. Di anno in anno la Giunta dovrà riapprovare con un atto le relativo aliquote. Le ragioni del rinvio sono sotto gli occhi di tutti: una situazione di grave difficoltà che influisce sia nel settore dell’accoglienza ma anche su quello del commercio”.
I consiglieri di Uniti per Assisi ricordano poi che “la città numero di strutture e quindi di posti letto notevolmente diverso da quello Regionale esclusa Perugia. Dal 1995 mentre il numero dei posti letto è aumentato del 50% il numero delle presenze è rimasto pressoché costante diminuendo di conseguenza l’occupazione media delle strutture. L’introduzione dell’imposta di soggiorno se ha una scarsa rilevanza nel comparto del turismo individuale lo ha invece in quello dei gruppi che comunque fanno il fatturato di molte strutture del nostro territorio”.
La terza Osservazione di Uniti per Assisi è che “la permanenza media nelle strutture è di 2,2 giorni. La proposta del regolamento prevede l’applicazione dell’imposta fino al terzo giorno. Questo disincentiva la permanenza dei gruppi organizzati. A Perugia l’imposta è applicata fino al secondo giorno di pernottamento. E poi – aggiunge la nota – l’imposta di soggiorno è applicata a macchia di leopardo nella nostra Regione. Nei Comuni facenti parte del nostro IAT, Bastia inclusa, l’imposta non è stata ancora deliberata. Dato che l’imposta è di ambito comunale occorre riproporre in ambito ANCI un tema già affrontato cioè quello di una scelta condivisa dell’Amministrazioni di introdurre l’Imposta, almeno di quelle in cui il Comparto Turistico è più consistente”.
“Gli alunni delle scuole e i giovani sportivi sono dei clienti abituali della nostra città. In alcuni mesi dell’anno determinano i budget di molte strutture. Questi soggetti non debbono pagare l’imposta anche perché, venendo con i pullman versano, nelle casse del Comune, 2 € a testa con il Check Point”, aggiunge Uniti per Assisi, che ricorda anche come – secondo i dati 2014 – il settore Alberghiero rappresenta il 22% della ricettivà complessiva del Comune contro il 78% del settore extralberghiero ma le presenza risultano rispettivamente del 61% nel settore alberghiero e del 39% nel settore extralberghiero”.
“L’imposta di soggiorno – aggiunge Uniti per Assisi dovrebbe essere percepita come un opportunità e non come una tassa. Per raggiungere questo scopo occorre dare al Cliente una Card con una serie di servizi, ad esempio: l’entrata gratuita ai Musei di Assisi; delle agevolazioni sulle corse dei pulman; ecc. Quello della Card è sempre una vecchia idea mai attuata. L’utilizzo dei denari generati dall’applicazione dell’imposta viene rinviato ad un atto successivo da predisporre entro la fine di Ottobre di ogni anno. Abbiamo condiviso la scelta dell’Amministrazione di reperire una cifra importante nel Bilancio 2016 per il comparto Cultura-Turismo ma non siamo stati per niente convinti del modo come sono stati spesi questi soldi”.
Però – aggiunge Uniti per Assisi – è sbagliato investire solo sugli eventi e non per esempio sulla Promozione. È sbagliato finanziare solo Manifestazioni in Assisi Centro Storico e non a S. Maria degli Angeli che ha una fetta importante di posti letto dell’intero comparto anche utilizzando il Teatro Lyrick. Occorre investire nella Convegnistica, soprattutto di natura religiosa in quanto Assisi da sempre ha svolto un ruolo centrale. Per questo dico che occorre fare al più presto il Bando per assegnare il marchio Convention Bureau. Quello del modo con vengono spesi i soldi – conclude Uniti per Assisi – è un tema centrale perché le conseguenze dell’applicazione dell’imposta ricadono su la gran parte della nostra gente che vive del settore dell’accoglienza che non sono benestanti ma i più hanno problemi seri di questo ce ne dobbiamo rendere tutti conto”.
AGGIORNAMNTO delle 12.30
Immediata, via Twitter, la replica dell’assessore Eugenio Guarducci: “La tassa di soggiorno è stata inserita nel DUP e non poteva essere rimandata. Gli introiti saranno investiti in promozione, compresa – spiega – una carta servizi a favore del turista attraverso la quale recupererà il modesto contributo richiesto. Previsti sconti a musei, attività commerciali, spettacoli/eventi. Il tutto sarà oggetto di piano marketing perché una cosa del genere non si poteva inserire in un regolamento”.
Imposta Soggiorno inserita nel DUP approvato 31.07.17 Non può e non deve essere rimandata. Introiti investiti in promozione.Compresa la Card https://t.co/UQlQvWdhWK
— Eugenio Guarducci (@Vadodifritto) 24 settembre 2017
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