“L’Amministrazione Comunale ha deciso di riportare il corso di laurea in Economia del Turismo nella vecchia sede di Assisi. Bene, diciamo noi, benissimo. Ma ci sembra doveroso fare alcune precisazioni sulle modalità di esecuzione di questa operazione”. Lo scrive in una nota del centrodestra, che sull’università ad Assisi ringrazia chi (Giorgio Bartolini e la sua giunta) “questa Università salvò dalle grinfie degli amministratori di Città di Castello, grazie ad una sorta di miracolo fatto nel momento più grave dell’emergenza, dopo il terremoto del ’97”, quando – dopo il terremoto e con la sede inagibile a causa del sisma – chiese “uno sforzo per garantire la continuità didattica anche in quell’anno disgraziato”.
La soluzione alternativa venne trovato a Santa Maria degli Angeli, ma detto che “siamo assai contenti che la sindaca Proietti abbia intenzione di riportare dentro le mura l’Università ad Assisi”, il centrodestra pone “una serie di domande sul come e sul perché di questa decisione che, a quanto pare, dovrebbe scattare con il trasloco a metà dell’anno scolastico in corso”.
“Prima domanda. Verrà messo a disposizione per la sede del corso di Economia del Turismo l’intero palazzo Bernabei o solo una parte? La questione non è di secondaria importanza. Oggi la vecchia sede possiede al suo interno una notevole quantità di aule, tutte ben attrezzate per la didattica e la ricerca, sia dal punto di vista della dotazione di tutti gli strumenti sia proprio dal punto di vista fisico. Abbiamo sentito parlare di una sede in comune con altre attività e/o istituzioni. Di conseguenza solo poche aule sarebbero destinate al corso. La cosa non ci rallegra verificata la quantità di spazio di cui la facoltà necessiterebbe. E tutti gli arredi che fine faranno? L’aula magna dove si discutono le tesi di laurea? Le aule anfiteatro? La biblioteca? La sala dove gli studenti (per l’appunto) studiano? La sala computer? La segreteria? Seconda domanda. L’accessibilità della odierna facoltà è assolutamente eccezionale. Vicina allo svincolo della superstrada, non lontana dalla stazione ferroviaria, l’attuale sede ha una grande facilità di raggiungimento e una notevole dotazione di spazi per il parcheggio. A Palazzo Bernabei saremo in grado di garantire, anche se non in modo altrettanto funzionale, gli stessi standard? Terza domanda. La sede di via Cecci è oggi tecnologicamente molto valida. La stessa validità (rete internet, cablaggi, ecc.) possiamo trovare nella nuova sede dell’Università ad Assisi?”
“Quarta domanda. Come mai l’Amministrazione vuole spostare la sede a metà dell’anno accademico? Gli studenti che hanno le case in affitto con contratti annuali come faranno? L’Adisu, che ha un contratto di fornitura di pasti per gli studenti con strutture localizzate a S. Maria degli Angeli, dovrà rispettare i suoi impegni o no? Noi pensiamo che i contratti vadano rispettati e, di conseguenza, come fare per ovviare all’inconveniente di chi frequenterà i corsi in Assisi ma dovrà usufruire (ad esempio) di una struttura mensa situata a S. Maria degli Angeli? Tutte queste riflessioni portano, ovviamente, a delle conclusioni. Non è che la sindaca vuole, sfruttando l’onda emotiva del rientro dell’università ad Assisi, in realtà liberare la struttura attuale per altri scopi? Ed ancora non è che questa operazione, caldeggiata da Perugia, serve solo a far scadere la qualità dell’offerta e portare i vertici dell’Ateneo perugino a decidere (cosa che hanno da tempo in animo) di riportare il corso a Perugia? La sindaca Proietti ha capito che sta facendo il gioco di chi vuole chiudere il corso di laurea in Economia del Turismo o, paradossalmente, è lei stessa che vuole la chiusura del corso?”
“Se vogliamo riportare con successo il corso di laurea dentro le mura e, allo stesso tempo ne vogliamo ampliare l’offerta, io credo sia necessario dare agli studenti una sede che realmente sia all’avanguardia sotto tutti i punti di vista: un gioiello di tecnologia e funzionalità che la ponga ai vertici dell’offerta nazionale. Se in più è situata a cento meri dalla Basilica avremo anche quel valore aggiunto che ne potrebbe costituire l’elemento vincente. Oggi tutto questo non è così. Il Palazzo Bernabei, senza opportuni investimenti non potrà mai essere una sede all’altezza non solo della precedente ma delle sedi universitarie di altre città, finendo per dare ragione a coloro (tra cui pensiamo anche Stefania Proietti) che vogliono la morte di questa facoltà ad Assisi Meditiamo gente, meditiamo”.
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