La Volta Pinta è nel degrado, e gli interventi di rimozione di ragnatele e guano di piccione, sui dipinti della Volta Pinta, vengono condotti “addirittura con gli scoponi”. Vanno inoltre riposizionati “i corpi illuminanti che ne limitano la visuale”. La segnalazione arriva da Francesco Mignani, già assessore del Comune di Assisi, secondo cui nonostante la restauratrice Manuela Elisei avesse sottolineato la necessità di “una manutenzione ordinaria studiata e cadenzata nel tempo. Interventi che andrebbero eseguiti su ogni opera d’arte della città, perché esposte per lo più all’esterno e soggette a deterioramento a causa degli agenti atmosferici, inquinamento e sbalzi di temperatura”, niente di tutto ciò è stato fatto.
“Non è la prima volta che si richiama l’attenzione sullo stato di conservazione, di manutenzione e valorizzazione del nostro patrimonio artistico. Lo abbiamo fatto ripetutamente, con tanto di registrazione televisiva per l’affresco della chiesa di San Paolo, per quello di via Santo Stefano per le fonti di Moiano e lo ripetiamo oggi, per la Volta Pinta, in piazza del comune. Quest’ultima con le sue grottesche allegorie pagane fu commissionata dal governatore senese Marcello Tuti nel 1552, e fu realizzata dall’artista Raphael Pictor e oggi è l’Opera laica più importante della città, espressione del colto rinascimento assisano. Ai nostri appelli non ha fatto seguito nessuna reazione da parte della autorità competenti e di fatto le nostre ricchezze artistiche, vero tesoro della città e potenziale veicolo culturale e turistico, sopravvivono in uno stato di lento degrado”.
Per Mignani, “manca quella attenzione verso il patrimonio artistico di Assisi che, rappresenta di fatto un atto dovuto, verso le testimonianze artistiche del passato. Ora ci piacerebbe sapere se ci sono a bilancio dei fondi per la manutenzione della Volta Pinta e non solo, o meglio se esiste un piano di azione coordinato con la sovrintendenza ai beni culturali, o se dobbiamo ancora affidarci all estemporaneità degli interventi o sulla sensibilità dei cittadini che, raccogliendo delle offerte, hanno consentito il restauro, nel tempo, di diverse opere. In questa epoca di statistiche e di indagini sui flussi turistici e sulle modalità della accoglienza chiediamo che non cada nel vuoto questo ennesimo appello e che non si dimentichi che tra i tesori della città spicca di gran lunga il nostro patrimonio artistico, autentico motivo di interesse per un turismo colto e raffinato”.
© Riproduzione riservata