“La pandemia ci ha offerto esempi di abbracci che, pur non passando dal corpo, hanno evidenziato gesti di straordinaria umanità. Sono avvenuti con volti e sensibilità che hanno colorato di umanità le corsie degli ospedali e delle Case per anziani, così come i luoghi di incontro con la disabilità fisica e mentale e con i giovani e anziani, smarriti e confusi. Ma non basta. Troppi criteri: economici, finanziari, politici e sociali escludono persone, alle quali non resta purtroppo che gridare il distanziamento, imposto loro da chi decide le sorti della società”. Lo ha segnalato monsignor Antonio Mura, vescovo di Nuoro e Lanusei, nella sua omelia per la Festa di San Francesco 2021. In città ci sono circa mille pellegrini sardi – e tanti fedeli sparsi – che hanno rinnovato la loro devozione al Patrono d’Italia.
“Sono in tanti che ci vengono incontro, cercando l’abbraccio della fraternità: hanno problemi di salute o di futuro – ha ricordato Mura – vengono da vicino e da lontano, sono costretti ad elemosinare attenzioni perché tenuti fuori dall’agenda dei programmi da realizzare. Dio, in san Francesco ha rinnovato prospettive fraterne per l’umanità; con lui è possibile vivere in maniera differente le relazioni, la vita e la stessa creazione. Lui continua a dirci, ad immagine di Gesù, che il mondo e la Chiesa cambiano solo in un modo: riparandole, a condizione però che iniziamo da noi stessi. Chiediamo al Signore Gesù e a sua madre Maria di lavorare sul nostro cuore in profondità, rendendolo libero e ricco di vera sapienza, capace di recuperare da San Francesco quei gesti che abbracciano e rendono più fraterna la vita”.
In apertura della sua omelia per la Festa di San Francesco 2021, Mura ha ricordato che “siamo lieti, come regione Sardegna, di rappresentare oggi tutta l’Italia offrendo l’olio per la lampada che arde sulla tomba di san Francesco. Lo siamo come popolo, con i suoi vescovi, presbiteri e diaconi, religiose e religiosi, seminaristi, e oltre un migliaio di pellegrini giunti dall’Isola. Lo siamo con i rappresentanti delle istituzioni regionali e comunali e, tra questi l’on. Alessandra Zedda, vice presidente della Regione e il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, al quale spetterà il compito di accendere la lampada. Siamo qui, felicemente, nonostante la pandemia sempre in agguato e, nonostante, la nostra sofferta insularità, con i problemi sociali che crea. Francesco, ad immagine di Gesù, ci aiuta a ribaltare i criteri sui quali costruiamo generalmente i rapporti umani e le scelte sociali, persino quelle culturali, perché la sua stessa vita è un’alternativa autentica al nostro modo di organizzarci, di pensare al presente e al futuro della società e della stessa Chiesa. Lui continua ad incoraggiarci, a ripetere parole e segni affinché li condividiamo con le persone provate dalla fatica di vivere, con quelle escluse dalla tavolata comune e dalle esperienze di fraternità: Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. C’è un gesto di Francesco che oggi non voglio dimenticare. Penso all’incontro con l’uomo lebbroso che ci ripete ancora: “Voi lo escludete, io l’abbraccio!”. Per questo mi chiedo con voi: quali scelte possiamo compiere in nome di Cristo? Quale posto occupano oggi i “piccoli” attorno a noi? Piccolo che non è solo l’opposto di “grande”, ma soprattutto la condizione di un’esistenza – come quella del lebbroso – distante da tutti, perché posta a opportuna distanza dai nostri programmi personali e sociali”.
Nel suo saluto in apertura della messa solenne per la Festa di San Francesco 2021, durante la quale la lampada che arde sulla tomba del Poverello è stata riaccesa dal sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, il Custode del Sacro Convento, Fra Marco Moroni, ha ricordato che “La vostra terra sarda offre un patrimonio straordinario dal punto di vista naturale ed economico, ma senza dubbio la sua ricchezza principale sono le persone. Un tesoro di volti, creatività, tradizioni, costumi… Un’unicità resa possibile da una feconda alternanza tra isolamento e incontro di popoli e culture. Nella vostra storia si sono intrecciati bene e male, pace e guerra, prosperità e miseria e ciò ha permesso alla Sardegna di essere un caleidoscopio di bellezza e originalità che è allo stesso tempo – come sempre – ricchezza e povertà, forza e fragilità. Un po’ come il diamante: prezioso, durissimo eppure straordinariamente delicato”.
“Anche gli incendi che questa estate hanno colpito boschi e coltivazioni di grande valore – ancora Moroni – hanno ricordato a tutti quale tesoro è la vostra terra e hanno chiamato alla solidarietà per la custodia del vostro territorio, che è anche di tutti noi, perché come dice Papa Francesco ‘tutto e tutti siamo connessi!’. È la nostra forza, una forza debole, sempre sottomessa al gioco delle libertà. Come san Francesco ci testimonia, vale sempre la pena credere che ci sono energie di bene e di fraternità in tutti, e che nessuno è così povero (economicamente, culturalmente, politicamente…) da non poter dare qualcosa che arricchisca tutti, anche se parla un’altra lingua, ha altri costumi, si rivolge diversamente all’Onnipotente e buon Signore. Mentre è forte il rischio di polarizzarci nell’affrontare i tanti problemi come quello della pandemia, rivolgo l’auspicio che ognuno di noi in Italia, al di là delle convinzioni personali, si chieda sempre: che cosa posso fare di buono per tutti e non solo per quelli che la pensano come me? Guarderemo insieme così al bene comune. E questo è stupendamente francescano!”.
Oltre all’offerta dell’olio, svariati i doni della Sardegna per la Festa di San Francesco 2021. Oltre a un tappeto sardo di Nule , il Comune di Cagliari ha donato una casula mariana, realizzata da Carletto Pusceddu, un artigiano sardo, raffigurante Nostra Signora di Bonaria, come segno del vincolo di amicizia che lega le due città di Cagliari ed Assisi. Offerto anche il restauro di un libro dell’archivio storico del convento. Si tratta del documento “Ms. 82; cartaceo, sec. XVII. Compendio di alchimia, costituito principalmente da testi relativi alla distillazione delle essenze”. Il Restauro sarà realizzato dal laboratorio di restauro dei monaci di Praglia, storicamente legati al convento Benedettino della Sardegna, a San Pietro do Sorres.
Per il 4 ottobre il Comune offre un’anfora in ceramica decorata, realizzata da una ceramista sarda, Doriana Usai. La stessa ceramista che realizzò l’anfora anche per la cerimonia di venti anni fa. L’anfora, decorata a mano, reca lo stemma della città di Cagliari e la scritta “Cagliari verso Assisi 2021. L’anfora verrà regalata dalla città di Cagliari alla Basilica di San Francesco, e conterrà olio affidato al sindaco di Cagliari da un fedele.
Foto tratte dal sito sanfrancesco.org
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