(Flavia Pagliochini) “Grazie per la vostra presenza, così numerosa e gioiosa; siete giunti qui dopo un impegnativo percorso di preparazione, compiuto con generosa disponibilità. Vi siamo grati per l’espressione sincera e profonda della vostra fede, che in questi giorni avete saputo testimoniarci. Da Assisi, città della pace, facciamo sentire ancora una volta, con crescente insistenza, il nostro fermo desiderio di pace e la preghiera per la riconciliazione dell’umanità”. Sono le parole di fra Carlos Trovarelli, ministro generale dei francescani, per la Festa di San Francesco 2024.
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“Fratelli e sorelle, i pericoli derivanti da un cuore umano indifferente e smemorato, li avvertiamo pesantemente intorno a noi, non soltanto nell’aggravarsi dei conflitti in atto, ma anche nei disagi sociali che, purtroppo, siamo costretti ad osservare anche nella nostra Patria“, le parole di Trovarelli in apertura dei discorsi dalla Loggia, ricordando “le dolorose vicende di cronaca che, recentemente, hanno visto protagonisti giovani o giovanissimi, in ambito familiare“, ma anche “il grido che sale da una Terra ferita nei suoi ritmi e nei suoi equilibri naturali. Mi riferisco particolarmente alle popolazioni di recente colpite da fenomeni climatici fuori controllo: le ripetute alluvioni in Emilia Romagna, nelle Marche e in Toscana; come pure la gravissima siccità che da mesi sta interessando la Sicilia e vaste aree del Mezzogiorno. Si tratta di situazioni preoccupanti che ci stanno a cuore e per le quali invochiamo da San Francesco, l’uomo che ha cantato l’armonia del creato, uno sguardo sapiente e lungimirante, per tornare ad amare e rispettare la madre terra, venendo incontro con sollecitudine alle necessità materiali delle popolazioni colpite“. Non è mancato un riferimento alle Stimmate di cui quest’anno si festeggia l’ottocentenario: “Da esse – ha concluso Trovarelli- possiamo imparare la solidarietà con i tanti crocifissi e gli esclusi del nostro mondo. Facciamoci voce di chi non ha voce, speranza per quanti cercano una nuova possibilità di riscatto, impegno per non arrendersi alla mentalità dominante che alimenta il conflitto e le distanze tra noi“. (Continua dopo il video – link diretto)
Il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani ha ricordato come “già nel 2003, in qualità di capogruppo al Senato della Repubblica, ebbi l’onore di essere invitato a questa stessa cerimonia. Oggi, dopo 21 anni, torno ad Assisi come presidente della Regione Siciliana, con la consapevolezza ancora più forte dell’importanza di questo gesto simbolico, che non è solo un atto di devozione, ma anche un impegno concreto verso quei valori che San Francesco ha testimoniato con la sua vita. Il suo messaggio di povertà, di pace e di amore per il prossimo e per il creato è un faro che illumina anche il cammino della Sicilia, una terra anch’essa profondamente spirituale, dove da sempre si incontrano culture, religioni e popoli diversi“. E il presidente della Regione Sicilia ha voluto ricordare “una figura che per noi siciliani ha incarnato pienamente lo spirito francescano: Biagio Conte. Fratel Biagio, con il suo instancabile impegno a favore degli ultimi, dei poveri e degli emarginati, ha rappresentato una testimonianza vivente di quei valori di carità e servizio che San Francesco ci ha lasciato in eredità. Ed è proprio dopo il suo pellegrinaggio a piedi, in questo luogo, nel 1991, che Biagio Conte comprende pienamente la sua vocazione francescana, iniziando la sua missione“.
“Il rapporto che mi legava a Biagio Conte – ha rievocato Schifani – era fatto di grande rispetto e ammirazione. Ho avuto l’opportunità, nel corso della mia vita politica e istituzionale, di incontrarlo diverse volte e di confrontarmi con lui. L’ultima volta proprio qualche ora prima della morte, quando al suo capezzale, guardandomi, mi disse: ‘Mi San Francesco ci ha insegnato a vedere la bellezza in ogni creatura e a vivere in armonia con il creato. E così, anche la nostra Sicilia, terra di accoglienza e di incontro, è chiamata a portare avanti questo messaggio di fratellanza e di cura verso il prossimo’“. Quanto alle celebrazioni per la Festa di San Francesco 2024, Schifani ha sottolineato come “L’olio che doniamo è frutto della nostra terra, una terra generosa, ricca di storia, di cultura e di spiritualità. Ma è anche simbolo di un impegno: mantenere accesa la fiamma della pace, della solidarietà e della giustizia sociale. (…) il messaggio di San Francesco e l’esempio di Biagio Conte ci ricordano che la vera ricchezza non sta nei beni materiali, ma nella capacità di amare, di perdonare e di accogliere il prossimo senza pregiudizi. È questo lo spirito con cui vogliamo affrontare le sfide che ci attendono, sia come individui che come comunità. Concludo rivolgendo a voi tutti un augurio di speranza e di fede. Possiamo essere testimoni di un mondo migliore, se avremo il coraggio di seguire l’esempio di San Francesco e di figure come Biagio Conte, vivendo con semplicità, lavorando per aiutare gli ultimi e cercando sempre la pace“.
A seguire Davide Rondoni, presidente del comitato per l’ottavo centenario del 2026 che alla Festa di San Francesco 2024 ha parlato in rappresentanza del Governo: “San Francesco è un’esplosione di vita. Lo dimostrano quanti acquisti in ogni campo vengono dall’amicizia francescana: dall’arte alla politica, dalla matematica alla economia, dalla scienza alla psicologia. Tanti poeti e artisti sono venuti qui negli anni a farsi guardare da Francesco, e tantissimi uomini e donne vengono a farsi leggere dallo sguardo di san Francesco. E a pregare quel cuore, quello sguardo, le mani ferite d’amore. Vengono da tutto il mondo e da quel mondo vario che è l’Italia“, un passaggio del suo discorso. Entrando nel merito dell’organizzazione del 2026, “posso dire che ci stiamo impegnando insieme a tanti enti e associazioni, perché siano celebrazioni commosse, essenziali, sostanziali, e che ne restino segni duraturi belli e buoni. Da iniziative nelle carceri (dove la vita di Francesco cambiò) a quelle nelle scuole, commissionando opere d’arte nuove e durature, facendo risuonare il Cantico in più occasioni possibili, affiancando progetti della città di Assisi e di altre, e cercando di portare il più possibile nel mondo la figura di San Francesco“.
Rondoni, alla Festa di San Francesco 2024, ha anticipato che “chiederà al Governo che il 4 ottobre torni a essere festa nazionale … (che) potrebbe essere richiamo e consolazione e umile strada offerta a tutti in un momento terribile del mondo e di fatiche quotidiane di ogni genere anche nella nostra terra chiamata Italia, una terra ponte, un incontro tra Oriente e Occidente. La pace – un altro passaggio del suo discorso – è un dono da chiedere e un impegno nella riscoperta della vera libertà. Francesco ci guarda, lui si adoperò presso le Istituzioni perché il perdono, anche come virtù “politica” non solo personale, favorisse la pace. E non mancano esempi di questa virtù nella storia del nostro paese. Al governo chiedo cercate la pace, fate di tutto per portare qui ad Assisi i contendenti, portateli qui o ovunque a un tavolo di perdono. Si favorisca il perdono politico tra i contendenti che stanno sbranando il mondo e tanti innocenti. Fatelo nel nome di san Francesco. E dell’Italia”.
“San Francesco ci insegna che quando ci lasciamo incontrare da Gesù, tutto diventa più bello. Gesù è il segreto della nostra gioia. Portate questo segreto nel vostro cuore, nelle vostre case, nella vostra bella regione. Vi prego di lasciare Assisi col desiderio più intenso di fare spazio a Gesù. Grazie, cari fratelli e sorelle di Sicilia, della vostra testimonianza di fede. Siete un popolo fiero, dalla storia antica, dall’intelligenza viva, dai sentimenti caldi Avete una natura splendida, che fa invidia al mondo. Francesco, che compose il suo Cantico nella cornice della mite natura umbra, non avrebbe fatto di meno nella vostra terra. Seguiamolo nel cantare la bontà dell’Altissimo, onnipotente, bon Signore. Vi auguro ogni bene e vi benedico”, il saluto del vescovo Sorrentino. Oggi pomeriggio il finale: alle 16, nella chiesa inferiore, monsignor Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti, presiederà i vespri pontificali, seguirà la processione con la benedizione all’Italia da parte di monsignor Sorrentino.
Foto redazione Assisi News, screenshot Rai e Sala Stampa Sacro Convento
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