Si chiudono domani le celebrazioni, con una messa il 17 settembre 2021 alle 11 nella Basilica di San Francesco, presieduta dall’arcivescovo metropolita di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, per i 150 anni dell’istituto Casoria ad Assisi, che ha percorso 150 anni di storie d’amore. “Un piccolo santuario vivente sotto lo sguardo di San Francesco, dove la vita, la sofferenza, la fragilità umana trovano accoglienza, professionalità e cure specifiche, elementi indispensabili per uno sviluppo integrale della persona”, come ricordano le suore Francescane Elisabettine Bigie.
Le celebrazioni per i 150 anni del Casoria sono partite il 17 giugno con una messa alle 11 presieduta da Monsignor Domenico Sorrentino, nella Basilica di San Francesco. Dal 17 giugno al 17 settembre, ogni settimana, a turno, momenti di preghiera animati dalle comunità della Congregazione. Il 4 settembre, al Monastero di Santa Chiara a Napoli, un convegno per ripercorrere la storia e vivere l’attualità dell’Opera di San Ludovico ad Assisi, mentre il 10 settembre alle 16 al Serafico di Assisi, il professor Giuseppe Palmisciano ha presentato il suo libro “La «Carità» di Ludovico da Casoria. Chiesa, cultura e movimento cattolico a Napoli”, con alcune testimonianze di alcuni ex alunni dell’Istituto.
Come ricordano le suore, fondate da San Ludovico da Casoria, quanti salgono ad Assisi pellegrini dello spirito, per sostare sul “colle del paradiso” e prostrarsi davanti alla tomba del serafico poverello di Dio, incontrano l’Istituto San Ludovico da Casoria per “ciechi pluriminorati”, collocato dinanzi al grande santuario francescano. San Ludovico aveva da sempre chiaro che “l’uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede”. L’istituto Casoria delle suore Francescane Elisabettine Bigie, fondate da San Ludovico da Casoria, apostolo della carità sfrenata e universale, il San Francesco del XIX secolo, sacerdote dei frati minori Francescani della provincia di Napoli 1814-1885. L’Opera è nata dal suo cuore.
Nel 1870 l’assisano conte Francesco Bindangoli, colpito dalla fama e dalle opere caritative indirizzava un appello a Padre Ludovico da Casoria a Napoli, affinché s’interessasse anche dei bambini e fanciulli poveri di Assisi. (…) Il 17 settembre 1871, San Ludovico annunziò l’opera e dette inizio al “convitto serafico per sordomuti e ciechi tardivi in Assisi”, con tre sordomuti e due ciechi della terra umbra, affidandoli ai suoi frati bigi e alle suore elisabettine bigie. Essi furono gli anelli di una catena che non si è spezzata con il succedersi di vicende, anzi il tempo l’ha irrobustita invece di consumarla. Il Signore benedica e custodisca le suore Elisabettine Bigie e il personale a servizio di questa benemerita Opera, cosicché lo slancio, l’amore, la vitalità e l’accoglienza nel prendersi cura di questi speciali fratelli e sorelle e delle loro famiglie ogni giorno si rinnovino più ardentemente. L’evento storico sia un inno di grazie al Signore per tutto il bene compiuto!
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