È dedicato alla Pasqua ai tempi del coronavirus il numero di aprile della rivista San Francesco. Sul titolo della copertina, disegnata da Antonio Sullo, campeggia la scritta “Ce la faremo” e l’immagine del Santo di Assisi che senza paura porta l’Italia sulle spalle, “assaltata” dal Covid-19. Una miriade di uccelli, con tanto di mascherina protettiva, fanno da scudo attorno al Poverello, aiutandolo a sostenere la Nazione ferita. Un mondo colpito dalla pandemia e che ha bisogno di vicinanza e sostegno. Proprio per questo i frati del Sacro Convento di Assisi hanno deciso di inviare gratuitamente a chi lo richiede tre numeri del mensile francescano; aumentare il numero delle dirette streaming di messe e preghiere su sito sanfrancesco.org; e infine di attivare un numero verde 800.333.733 per parlare direttamente con i frati.
Quella di quest’anno sarà una Pasqua ai tempi del coronavirus diversa, amara e tragica, ma sarà comunque Pasqua. L’ottimismo deve vincere sulla paura e il dolore. L’Arcivescovo di Benevento, Monsignor Felice Accrocca, introduce il lettore alle celebrazioni pasquali con una esortazione molto chiara: «quelli attuali sono giorni difficili e in tantissimi non potranno prender parte dal vivo alle celebrazioni, ma Francesco ci insegna ad accogliere con serenità gli eventi, accettando anche il dolore. Fare Pasqua vuol dire trasformare il dolore in amore, senza masticare rabbia e meditare vendette, perché così ha fatto il Signore; vuol dire saper gioire delle piccole cose, contentarsi di quel che si ha».
La situazione italiana e internazionale ai tempi del Coronavirus sono il fulcro attorno cui ruota questa edizione del mensile francescano. Il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, evidenzia nella sua riflessione, come questa pandemia abbia messo «a nudo tutta l’immaturità di un popolo. Il senso di responsabilità non è sufficientemente diffuso e la nostra leggerezza provoca danni enormi, talora irreversibili. Emergono egoismi e grettezze». Anche in questo caso è il Santo a venire in nostro soccorso, indicando una via da percorrere, una strada che ci condurrà verso un nuovo mo(n)do.
Il direttore della rivista, Padre Enzo Fortunato, nel suo editoriale si, e ci, interroga intorno alla parola opportunità «e se dovesse essere davvero una grande opportunità per l’umanità e per ognuno di noi? Si riscoprono affetti lontani e anche le telefonate terminano con un ti voglio bene. La solidarietà non è più una parola che dà fastidio. Vedere questa pandemia anche come un’opportunità per il futuro».
Per il sociologo Domenico De Masi, intervistato dalla redazione, si tratta di un grande corso di formazione collettivo sia per i lavoratori con lo smart working sia per i fedeli con la telepreghiera perché «ognuno è solo con Dio in qualsiasi momento, alla preghiera corale si può supplire con momenti di raccoglimento individuale e il fedele può agire in nome di Dio con buone azioni rivolte ai più fragili e agli anziani».
Nello speciale dedicato alla Pasqua ai tempi del coronavirus e al coronavirus in generale anche le testimonianze del filosofo e psicologo, Umberto Galimberti che evidenzia la differenza tra paura e angoscia, per cui la seconda nasce dal fatto che non si conosce da «dove viene il pericolo e quindi si è sempre in uno stato di fibrillazione perenne»; e del cappellano del penitenziario “Due Palazzi” di Padova, don Marco Pozza, che parla della situazione carceraria italiana e ci ricorda che i detenuti sono ritenuti “lupi”. «A Gubbio il Santo ha compiuto due miracoli: prima ha addomesticato il lupo, poi ha bussato alle porte dei cittadini impauriti e ha detto ‘Credetemi, il lupo non fa più paura’».
Il mensile si conclude con un’intervista esclusiva a Padre Firas Lutfi sulla tragica guerra che sta colpendo la Siria e i tanti indifesi civili. Una guerra che ha raggiunto dimensioni di carattere globale e le vittime sono principalmente bambini come conferma il portavoce nazionale UNICEF, Andrea Iacomini: «soltanto nel 2018 sono stati uccisi 1.100 bambini nei combattimenti, nel 2019 quasi 900 con centinaia di migliaia i feriti».
© Riproduzione riservata