Celebrati ad Assisi (qui la cerimonia) i funerali del vicario episcopale per la cultura della diocesi di Assisi-Nocera-Gualdo monsignor Vittorio Peri, spentosi martedì a 88 anni. Nato il 4 settembre 1932 era stato incardinato nella diocesi umbra il 30 settembre del 1982. L’anno successivo il vescovo Sergio Goretti lo nominò canonico della Cattedrale di San Rufino e vicario generale della diocesi, incarico ricoperto per oltre dieci anni. Nel 1998 la Conferenza episcopale italiana lo nomina consulente ecclesiastico del Csi ruolo che gli verrà rinnovato nel successivo triennio.
Già preside dell’Istituto teologico di Assisi e priore del Capitolo della cattedrale di San Rufino, scrittore e giornalista, monsignor Vittorio Peri guidò l’ufficio stampa della diocesi e l’organizzazione in sinergia con la Santa Sede della Giornata mondiale di preghiera per la pace celebrata a Assisi con Giovanni Paolo II nel 1986. Nel 2006 l’attuale vescovo Sorrentino lo ha nominato vicario giudiziale e vicario episcopale per la Cultura, incarichi che ha ricoperto fino a oggi con tanto impegno nonostante la malattia, come quello di direttore del mensile diocesano Chiesa Insieme che ha sempre continuato a coordinare e a cui contribuiva con il suo editoriale Parabole moderne. I funerali sono stati presieduti dall’arcivescovo Domenico Sorrentino che nel 2006 lo volle vicario giudiziario e vicario episcopale per la cultura: “Del caro don Vittorio ho potuto apprezzare la grande fede, forte, fervida e riservata e lo spessore culturale”. Hanno concelebrato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze; il vescovo di Terni-Narni-Amelia, monsignor Giuseppe Piemontese; il vescovo di Orvieto-Todi, monsignor Gualtiero Sigismondi e monsignor Marcello Bartolucci, segretario emerito della Congregazione della Causa dei Santi, il clero locale e di altre diocesi. In tanti hanno voluto dare l’ultimo saluto al vicario giudiziale e vicario episcopale per la cultura della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, particolarmente attivo in ambito associazionistico.
Durante l’omelia monsignor Sorrentino ha ricordato che il “caro don Vittorio, come persona, persino nel suo fisico, era uno che gustava la bellezza della vita. In qualche modo, la celebrava. Sul letto del dolore – ha detto il vescovo – , mi ha rievocato la sua esperienza di estimatore dello sport, che aveva conosciuto da vicino nel suo servizio al Centro Sportivo Italiano. Ne aveva decantato i valori anche spirituali. Quando le sue gambe hanno cominciato a cedere, ha dovuto con fatica rassegnarsi. Fino a che ha potuto, ha camminato. È stato anche in questo un testimone di una vita positiva e bella, di un cristianesimo che recalcitra ai colori lugubri, perché tutto illuminato dalla luce della Pasqua. Ma era uno che camminava soprattutto col suo spirito, con la sua mente aperta e rigorosa, con il suo animo attento ai segni dei tempi, con il suo cristianesimo ‘conciliare’, che gli faceva sentire la gioia del Vangelo e l’amore per la Chiesa. Di questa voleva ardentemente il rinnovamento pastorale, disegnandolo da canonista che aveva una concezione vitale del diritto, promuovendolo concretamente nelle responsabilità da lui espletate accanto al mio predecessore, come vicario generale, e a me come vicario giudiziale e vicario episcopale per la cultura”.
“Alcune cose – ha continuato il vescovo durante le esequie di monsignor Vittorio Peri – erano sua preoccupazione costante. In modo particolare gli premeva una visione di Chiesa che, come il Concilio insegna, è l’universale che si invera nel particolare, la ‘catholica’ che si fa presente qui ed ora nella Chiesa locale, e soprattutto nel mistero eucaristico”. Commosso monsignor Sorrentino quando ha ricordato il suo ultimo incontro con don Vittorio di qualche giorno fa. “L’affetto che dimostrava al vescovo era davvero esemplare. Me ne ha voluto dare qualche giorno fa un’ultima testimonianza con dei gesti e delle espressioni del volto, che mi rimarranno nel cuore. Erano le uniche cose che poteva fare, quando ormai anche la parola si spegneva sulle sue labbra. Chi gli stava intorno, e da giorni non lo sentiva più parlare, quasi in totale assenza, si è meravigliato quando, al sentire la mia voce, si è come risvegliato, ha tentato invano di parlare, ma gli occhi sono diventati luminosi, ha voluto prendermi la mano e baciarmela, e ha fatto un’espressione di grande tenerezza, quando gli ho mostrato dei disegni dei ragazzi del Serafico, un Istituto che gli stava nel cuore, come gli stavano a cuore i poveri, ai quali ha pensato, attraverso la Caritas, nel suo Testamento”.
Al termine della santa messa sono seguite alcune testimonianze che hanno evidenziato il grande spessore umano e spirituale di monsignor Peri, la sua vicinanza agli ultimi e ai giovani. È stato inoltre comunicato che la sua casa “continuerà ad essere viva e aperta e diventerà il Convento della Divina Misericordia”. La salma ora riposta al cimitero di Fossato di Vico.
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