“Serve un sussulto di responsabilità partendo proprio da Assisi che ha una vocazione speciale perché porta l’eredità spirituale del Cantico delle Creature”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino introducendo i lavori della prima giornata della preghiera ecumenica per il Creato svoltasi ad Assisi alla presenza di tanti leader religiosi tra cui il cardinale Angelo Bagnasco, in qualità di presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, che a margine della cerimonia ha sottolineato l’impiego di “dare seguito alle parole del Santo Padre che ci invita al rispetto del Creato. Questo significa un cambiamento di mentalità, un superamento degli egoismi che mirano allo sfruttamento della natura a vantaggio di pochi”.
Dopo le varie riflessioni della preghiera ecumenica per il Creato, i leader religiosi hanno fatto il “rito della spogliazione”, scrivendo su un piccolo foglio di carta le cose, i pensieri e le azioni di cui si vogliono spogliare e lasciandoli proprio nel Santuario eretto un anno e mezzo fa. La cerimonia è stata caratterizzata anche dalla partecipazione di Medahaine e Dejen, i due eritrei accolti da alcuni mesi nel Vescovado di Assisi dal vescovo Sorrentino che hanno tenuto in mano un vaso di vetro dove i vari protagonisti dei movimenti coinvolti nella prima giornata dell’iniziativa hanno dato un nome alle “lacrime dei popoli e della Terra”. Sono poi seguiti diversi momenti di meditazione e riflessione con l’intervento dell’arcivescovo Bernard Ntahoturi, rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede e direttore dell’Anglican Centre a Roma, dell’archimandrita del trono ecumenico Athenagoras Fasiolo, rappresentante del patriarcato ecumenico, del rev. Martin Junge, segretario generale, Federazione Luterana mondiale, del rev. Elisabeth Bussmann, diocesan Environment officer (diocesi Anglicana d’Europa), del rev. Henrik Grape, senior adviser on Care for Creation, di Maria Elena Lacquaniti, membro della commissione Globalizzazione e ambiente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e monsignor Bruno-Marie Duffé, segretario del dicastero per il servizio dello Sviluppo umano integrale del Vaticano. Al termine della cerimonia i leader religiosi insieme a tutti i presenti si sono portati in processione alla Basilica di Santa Chiara dove, di fronte al crocifisso di San Damiano che parlò a San Francesco, hanno acceso dodici ceri in ricordo delle dodici tribù di Gerusalemme e quindi a simboleggiare l’umanità.
Il primo settembre, nell’ambito della preghiera ecumenica per il Creato, i leader religiosi hanno letto la dichiarazione congiunta che sarà portata in pellegrinaggio in Polonia in occasione della Cop24. “Senza un’adeguata antropologia non vi può essere vera ecologia. Possiamo guardare l’universo solo a partire dall’uomo”, ha premesso il cardinale Bagnasco. Il cardinale ha ricordato che “la terra, il mare e il cielo sono opera delle mani del Signore” sottolineando che “purtroppo la cultura del profitto spinge allo sfruttamento razionale che mira al tornaconto massimo ed immediato”. Bagnasco ha poi evidenziato il diffondersi nella nostra società di una “mentalità arrogante che non riconosce la dignità inviolabile di ogni persona: se l’uomo si degrada anche l’ambiente in cui vive si degrada; se non si riconosce l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una disabilità, difficilmente si potranno ascoltare le grida della natura”.
Un richiamo al messaggio ecologista del poverello di Assisi lo ha fatto padre Mauro Gambetti, custode del Sacro convento: “San Francesco oltrepassando le leggi dello spazio e del tempo continua a ripeterci che siamo figli dello stesso Padre. Una fraternità nella quale anche la terra trova posto come sorella chiedendo a tutti forme rivoluzionarie di cura e impegno in un’ottica di responsabilità”. Nei vari interventi dell’iniziativa organizzata dal Movimento cattolico globale per il clima, in collaborazione con la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, con quella di Gubbio, con il Sacro Convento di Assisi e l’Istituto Serafico, è stata messa in evidenza la necessità di un impegno comune per la cura della “Casa comune” e dei più fragili così come scritto da papa Francesco nella Laudato Si’.
E sono stati i ragazzi dell’Istituto Serafico di Assisi, nell’ambito della preghiera ecumenica per il Creato, a offrire delle piccole piante, simbolo dell’impegno per il Creato poste accanto alla lampada per la pace di San Francesco accesa davanti ai leader religiosi. Loro stessi hanno poi letto un pezzo ciascuno della dichiarazione che, proprio da Assisi, sarà portata alla prossima Conferenza mondiale sul clima in programma dal 3 al 14 dicembre a Katowice in Polonia. Nella dichiarazione, nei vari punti, si sostiene “con forza l’accordo sul clima di Parigi” e si incoraggiano “i leader politici ad approvare il regolamento di Parigi e le necessarie linee guida per garantire l’ambiziosa, equa e giusta attuazione dell’accordo”. Con questi intenti ed altri il pellegrinaggio, dopo la preghiera ecumenica per il Creato, ha preso il via alla volta della Polonia e, nella circostanza, si è unito a quello Assisi-Gubbio partito proprio sabato 1° settembre dal Santuario della Spogliazione e con prima tappa il sagrato della Basilica. Nella chiesa di Santa Maria Maggiore sia il vescovo di Assisi monsignor Domenico Sorrentino, sia quello di Gubbio che guiderà i pellegrini in arrivo nella città dei Ceri domenica 3 settembre hanno sottolineato l’importanza di questo cammino sulle orme di Francesco che quest’anno si è inserito nel prima preghiera ecumenica per il Creato.
Foto © Mauro Berti
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