Nella Piazza inferiore di San Francesco sono iniziati i lavori di compattamento della sabbia di Jesolo con cui verrà realizzato il Presepe artistico per il periodo delle festività natalizie ad Assisi. L’inaugurazione del presepe di sabbia a San Francesco avverrà l’8 dicembre insieme alla tradizionale accensione dell’albero, che quest’anno è stato donato dalla regione Valle d’Aosta. L’opera, che verrà realizzata per rimozione della sabbia e sarà lunga 8 metri, alta 4,5 e profonda 4, rappresenterà la Natività con alcuni elementi architettonici della città di Assisi. La Natività resterà esposta fino al 6 gennaio 2024.
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Dopo piazza San Pietro a Roma e Matera, la natività in sabbia di Jesolo raggiunge dunque un simbolo internazionale della cristianità. La Basilica di San Francesco in Assisi conserva e custodisce dal 1230 le spoglie mortali di San Francesco. Non tutti sanno che si fa risalire al santo umbro la tradizione del presepe: era il 1223 e Francesco d’Assisi ricreò la Natività a Greccio, un piccolo centro in provincia di Rieti, con l’aiuto del castellano del paese Giovanni Velita. Il desiderio del Santo di mettere in scena la nascita di Gesù nacque dopo il suo viaggio in Oriente, durante il quale non riuscì a visitare i luoghi della vita storica di Gesù di Nazareth. Una volta rientrato in Italia, trovò il supporto dell’amico Velita con cui allestì la grotta con la greppia, il bue e l’asinello e ottenne che vi fosse celebrata l’eucarestia della notte di Natale.
La particolarità della Sacra famiglia che verrà realizzata ad Assisi è rappresentata dalla presenza di san Francesco visto che, arrivato alla sua ventunesima edizione, il Sand Nativity di Jesolo quest’anno è dedicato all’ottavo centenario del Natale di Francesco a Greccio. Per questo, oltre alla tradizionale installazione a Jesolo – dove saranno realizzati dodici episodi della vita del Santo per mano di 14 artisti provenienti da tutto il mondo – l’iniziativa culturale e al contempo religiosa approda sul colle del Paradiso, ad Assisi, patria di san Francesco. Venti quintali di sabbia jesolana sono già stati depositati sulla piazza inferiore di san Francesco e sono cominciati i lavori di realizzazione dei differenti blocchi della piramide che diventerà la Natività assisana. Da ieri si è cominciato a bagnare la sabbia e a compattarla con apposite apparecchiature. La decorazione da parte dei tre artisti internazionali prenderà il via da martedì 21 novembre. Il coordinamento è stato affidato al direttore artistico canadese David Ducharme.
«Ognuno degli artisti – ha dichiarato Massimo Ambrosin, direttore del progetto del presepe di sabbia a San Francesco – si occuperà di una parte dell’opera, che avrà comunque un’omogeneità di stili. Abbiamo lavorato a stretto contatto con la comunità dei frati nella realizzazione di questo progetto. Per noi era importante entrare in sintonia con il Sacro Convento e ispirarci ai valori francescani per onorare il luogo che ci ospita. Abbiamo trovato una grande collaborazione da parte di tutti, quindi è un lavoro in discesa. Tutto sta funzionando per il meglio».
«L’arrivo degli amici e degli artisti di Jesolo – ha dichiarato fra Marco Moroni, OFMConv, Custode del Sacro Convento – ci ha catapultati nella preparazione prossima del Natale del Signore, in questo anniversario così speciale di quell’evento che Francesco a Greccio, 800 anni fa, ha realizzato per celebrare la follia dell’amore del Padre per noi e vedere con i propri occhi l’umiltà mite e benevola del Dio fatto uomo. Come fraternità francescana del Sacro Convento riteniamo così che la sinergia tra il Sand Nativity di Jesolo, l’albero di Natale valdostano e il video mapping artistico sulla facciata della chiesa superiore della Basilica di San Francesco, siano delle meraviglie che – in qualche modo – possono rinviare a quella grande meraviglia di fronte alla scelta del gran Re (come lo chiamava san Francesco) di essere l’ultimo per salvare così proprio tutti. Sia questa logica natalizia di abbassamento per amore, tanto cara proprio a san Francesco, la forza della nostra fede e delle nostre scelte, come singoli e come comunità, per portare un po’ di calore e luce sinceri lì dove siamo e nelle responsabilità che ci sono state affidate».
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