(Stefano Berti) Gennaio, mese freddo. L’inverno domina e la gente se ne sta a casa (quando può) al calduccio del focolare. Gennaio, mese di bassa (bassissima) stagione, un’Assisi semi-deserta e una Piazza del Comune chiusa, anzi sigillata. A gennaio la papabile riapertura della Piazza diventa un tormentone e gli assisani si interrogano e non trovano risposte: “A chi giova la Piazza chiusa anche nel gelido inverno?”. La risposta potrebbe essere (anzi, per molti è): “Ai piccioni! Liberi di passeggiare e scorrazzare (anche se è freddo pure per loro) nell’agorà cittadina posta nel mezzo della città”.
I quattro gatti che lavorano e vivono ad Assisi si chiedono però perché, nonostante una petizione che, lanciata in sordina, è stata comunque firmata da oltre la metà dei residenti, continuare su una linea, in una città turistica ‘spezzata in due’, che non porta nulla a chi ad Assisi ci lavora, ci arriva per lavoro, o ci vive da mattina a sera, anche a gennaio e nei mesi invernali. La piazza chiusa è davvero la soluzione migliore? Stante le scarse presenze turistiche, anche i commercianti che, in una città “normale” potrebbero trarre giovamento dal passeggio, chiedono la riapertura, visto che in questi giorni grigi i protagonisti assoluti non sono più questa volta i turisti o i passanti, ma come detto, i piccioni!
“La piazza non doveva essere riaperta a gennaio?”, si chiedono in diversi. E la risposta è No!, perché l’attraversamento della stessa è impedito ai mezzi a due e quattro ruote. Detto che è giusto e sacrosanto che in alta stagione Assisi, come le altre città turistiche, sia chiusa, il problema rimane, perché in bassa stagione in tanti non percepiscono la positività della chiusura. E così l’ordinanza, è contestata e discussa da molti perché, nonostante i turisti non ci siano, rimane in vigore. E in diversi tornano a chiedere la riapertura, ma l’amministrazione rimane sorda.
Nonostante quasi quattrocento firme (lo stesso numero della petizione per le scale mobili, anch’essa ignorata) e nonostante vedere una Piazza del Comune chiusa e deserta a gennaio non piaccia per niente ai più, costretti a fare giri “lunghi” per attraversare la città; una problematica ribadita anche nel corso di una recente assemblea, senza che però nessuno “dal palazzo” (magari abituato a viaggiare scarrozzato, o con permessi che tutto permettono) si sia degnato di dare una risposta.
Piazza del Comune chiusa diventa così uno scenario desolante ancor più desolante, non solo per i disagi ma perché la politica, specialmente partendo dalle piccole città, dovrebbe essere attenta ed ascoltare i bisogni dei cittadini.
Per questo e solo per questo un’altra domanda sorge spontanea: “A che servono gli incontri e le riunioni (più volte avvenute) con cittadini e operatori turistici, se nessuna delle problematiche sollevate ottiene soluzione?”. Una riflessione appare quantomeno auspicabile.
Foto in evidenza: Facebook Andrea Cova
© Riproduzione riservata