(Stefano Berti) “Non dire gatto se non lo hai nel sacco”. Lo diceva sempre un grande allenatore che ha fatto dell’esperienza il suo punto di forza. Quel Giovanni Trapattoni a cui era difficile cantarla e suonarla. Un paragone che ci sta tutto, calcio e politica sono fra le più grandi passioni degli italiani. E se si guarda al risultato di ieri, con rielezione di Donatella Casciarri a presidente del consiglio comunale di Assisi, viene da chiedersi se qualcuno non ha pensato di avere un gatto nel sacco semplicemente inviando un comunicato stampa che rivendicava per Assisi Domani il posto da presidente del consiglio.
Possibile che il sindaco Stefania Proietti non fosse a conoscenza del fatto che il Pd avrebbe tentato il blitz facendo il nome di Donatella Casciarri, cercando una sponda con la minoranza composta da Lega, Fratelli d’Italia e la civica di Cosimetti? Un precedente già accaduto nel 2016 (quando a cercare i voti dell’opposizione fu la prima cittadina), che noi di AssisiNews avevamo citato più volte. Possibile che nessuno avesse considerato l’ipotesi che Donatella Casciarri avrebbe potuto essere rieletta proposta da quel Partito Democratico non nuovo ad accordi con la Lega di Salvini e abituato spesso a governare (la storia lo dimostra) con più pedine rispetto a chi magari nei voti ne meriterebbe di più?
I voti non solo si contano, ma si pesano, e c’è chi riesce a far valere l’esperienza politica più di quella civica. E così, il candidato Giuseppe Cardinali annunciato alla vigilia, il civico tanto voluto, già capogruppo di Assisi Domani che la prima cittadina ha candidato forte dei suoi cinque anni di esperienza e che ha portato Assisi Domani dall’8% al 19%, ‘sacrificato’ in giunta per far spazio a Fabrizio Leggio, si è visto ‘bruciare’ da Donatella Casciarri e dall’asse Pd-minoranza e ha abbandonato il consiglio stesso deluso e risentito. La scelta di Assisi Domani sarebbe stata sconfitta, dicono i bene informati, a causa di un patto arrivato “sottobanco” quasi certamente dai piani alti fra Partito Democratico e Lega. Tutto stabilito, dicono sempre i bene informati, come dimostrerebbero le parole al miele del giovane ma non inesperto Paolo Lupattelli (nella foto in evidenza con la rieletta Donatella Casciarri, entrambi sorridenti dopo l’elezione, ndr) che ha chiesto “collaborazione” all’opposizione.
Insomma, fermo restando che i voti dell’opposizione furono in parte chiesti e ottenuti da Stefania Proietti cinque anni fa per far eleggere Federica Lunghi (votata dalla minoranza composta da Antonio Lunghi e Ivano Bocchini), oggi i partiti hanno dimostrato ancora una volta che la poltrona per loro conta, tanto da patteggiare pur di averla. Cosa che non piace a Proietti come più volte sottolineato, ma la politica, quella vera si sa, ogni volta tende a farla da padrona. E forse, più che andare alla guerra, a volte bisognerebbe cercare il compromesso, visto che l’opposizione di oggi, più belligerante, non è quella ‘moderata’ di ieri. E quindi, buona la prima, si vota col Pd anche per far saltare la concordia, a tratti apparente, tra il Pd e le civiche del sindaco, da tempo più o meno ai ferri corti.
Il sindaco paga certamente la piena volontà di andare dritta sul nome di Cardinali: un nome gradito al sindaco (ma che il Pd aveva comunque dichiarato invotabile), anche se forse, visto che di avere coraggio non ci si pente mai, sarebbe stato forse meglio proporre Scilla Cavanna e Alfredo Bolletta, volti nuovi in politica, e forse giudicati meno ‘adatti’ a ricoprire un ruolo di responsabilità nonostante i tanti voti presi – anche più dell’ex capogruppo.
Certo è che, tornando all’esperienza, a fare da padrona è stata certamente la lunga militanza politica del Pd (e dei partiti in genere) che ha giocato un ruolo fondamentale non mollando di un centimetro su quanto chiesto fin dal giorno dopo la vittoria. Ma una domanda, anche su questo, sorge spontanea: se davvero c’è un patto tra Pd e Lega, qual è la contropartita per la Lega? Già è stata chiesta e promessa o arriverà più avanti con gli interessi? Il tempo lo dirà, così come il tempo dirà se il sindaco, come già nei cinque anni precedenti, sceglierà di cambiare gli assessorati che per ora ha scelto nel segno della continuità. E allora chi pagherà lo scotto di Stefania Proietti certamente non nuova a scelte coraggiose? C’è già chi dice che Valter Stoppini – che nel Pd ha tanti ammiratori quanto detrattori – potrebbe prima o poi essere ‘sacrificato’ per far spazio a Giuseppe Cardinali a cui il ruolo di consigliere ormai sarebbe stretto. Chi vivrà vedrà. E visto che il civismo vero sembra ancora far paura a molti a discapito dei partiti che la spuntano sempre, la speranza è che, passato scotto e bufera iniziale, si faccia il possibile per governare bene Assisi, come i cittadini meritano.
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