(Stefano Berti) Dove sta andando la politica assisana? Se lo chiedono in tanti, in città o da sotto all’ombrellone, in un clima meteorologicamente caldo e, politicamente, pure! Non un grande momento quello che sta vivendo la maggioranza ad Assisi, con scricchiolii interni ormai noti a tutti, una donna sola al comando – la sindaca – e tutti dietro rigorosamente in fila, fra chi si gode gli eventi estivi (anche se, se il Comune esercitasse meglio il suo ruolo di coordinatore e supervisore, si eviterebbe il sovrapporsi di festival e manifestazioni come successo a luglio; ma, forse, è chiedere troppo) e chi in disparte non contando praticamente ‘niente’, è sparito nascosto nel dimenticatoio.
Che fine ha fatto ad esempio il PD che ha chiesto a gran voce non troppo tempo fa un rimpasto e alla fine dei giochi ha lasciato gli assessorati ai lavori pubblici e all’urbanistica per prendere la scuola e poco altro… Molti ben informati dicono: “Certo, non una gran bella figura…”.
Sempre tante ancora oggi le foto e le partecipazioni ad eventi e manifestazioni, dove ormai ci si presenta pure in “pochi”, viste le già citate divisioni interne con diversi consiglieri, di maggioranza, intenti a criticare l’operato di chi insieme sta, ma a loro dire “poco o niente fa”.
Ma la stampella regge e c’è chi già guarda al futuro, lontano dalle mura assisane, e che tra una promessa e l’altra, chiacchiere di partito, pensieri futuri, osserva ed auto-elogia una realtà ormai chiara a pochi, perché spesso comunque discutibile.
A cosa serve stare ovunque se concretamente – ultimamente – poco si fa? Questa è vera politica? La politica non dovrebbe mai dimenticare di ascoltare le esigenze di chi il territorio lo vive e ci lavora: i cittadini. La politica dovrebbe essere condivisione e concretezza. Assisi attende quella svolta sui grandi progetti che le stanno a cuore, dove la luce poco si vede e le chiacchiere sono sempre tante. Ma chiacchiere ormai da troppo tempo rimangono.
Ultimamente sembra qualcuno forzi la mano pur di lasciare segni indelebili da ricordare nel tempo, su vari temi ed argomenti: si ragioni se le scelte possano essere giuste davvero.
E la minoranza? Sempre quella. Tranne qualche piccolo sussulto, poco considerata, poco vogliosa di emergere, poco partecipe spesso assente, diciamo pure un po’ stanca anche nei suoi rappresentanti. Occorrerebbe – in politica, e vale per tutti – pure gente giovane e intraprendente capace di attirare a sé tutte le forze buone della città e del comprensorio.
Certo, in un clima come questo che almeno avesse capito – la minoranza – che in vista delle prossime elezioni stavolta solo lei stessa potrebbe decidere – autonomamente – di perdere. Già è successo in un recente passato (fatti che riguardano certamente loro) ma perseverare sarebbe diabolico.
Foto di Valter Cirillo | via Unsplash
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