(Stefano Berti) Diciamo la verità: ultimamente, la politica, in generale, non sta facendo poi una così bella figura. Non la sta facendo in ambito nazionale, men che meno in ambito umbro e locale. E se vanno condannati, in maniera ferma, tutti gli insulti, assurdi e al limite della vergogna, se non proprio infamanti e da querela, arrivati anche a chi non fa politica ‘attiva’ (non perché fare politica attiva significhi meritarsi insulti liberi), c’è da chiedersi, ad Assisi, cosa ne sarà degli “stracci volati” e di quei “sassolini” tirati?
Su Facebook come nella vita, la premessa, ognuno fa quello che vuole – finché non lede i diritti altrui. Ma proprio perché Facebook è uno strumento ‘pubblico’, quando si ricoprono ruoli istituzionali si dovrebbe avere un occhio di riguardo sul cosa si posta – come si dovrebbe averlo su quello che si dice e scrive. Ad Assisi l’alleanza Pd-civiche, già scoppiettante dall’inizio (in molti ricordano la metafora del pullman usata dal capogruppo Pd Federico Masciolini nel luglio del 2016 e l’elezione del presidente del consiglio, con una sfida tutta ‘dem’ tra Federica Lunghi e Donatella Casciarri) ha visto in questi giorni una coda velenosa proprio per le Regionali. L’alleanza in essere viene infatti apparentemente messa in discussione non solo dal sindaco Proietti, che si è cavata qualche macigno dalle scarpe in un’intervista al Fatto Quotidiano accusando il Pd di maschilismo e di non averla voluta perché libera dai giochi di partito.
Ma, più a livello locale, ci sono anche post ed esternazioni fatte via social da persone che fanno parte, più o meno con ruoli di rilievo, della maggioranza. C’è chi in tralice attacca un sindaco della sua maggioranza, altri che siedono all’opposizione, apparentemente sulla carta. E intanto i candidati annunciati, sponsorizzati, poi drlibblati e superati, finiscono in un assurdo tritacarne – con il culmine del venire insultati solo perché si pensa a loro quali possibili front-runner alle regionali.
E poi, poi ci sono i sassolini che vengono lanciati da chi vorrebbe la politica fuori dai campi che non dovrebbero competerle, e suggerimenti a personaggi di spessore che, invece che alla politica, potrebbero e dovrebbero pensare a qualcosa di più inerente al proprio ruolo. Insomma, tra insulti, stracci volati e sassolini, c’è tanto di molto superficiale. Una superficialità che porta a poca credibilità, entrambe “doti” di cui, anche a livello locale, non si sente affatto il bisogno e di cui si può certamente fare a meno.
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