(Stefano Berti) Contagiati sì, ma dalla bellezza delle nostre città e della nostra terra, l’Umbria. È questo il volere di tanti cittadini umbri in questi giorni di emergenza sanitaria in Italia. Un’emergenza che tocca nel profondo tante attività commerciali e aziende del territorio, interi comparti alle prese con una crisi inaspettata. Uno su tutti, quello del turismo, con ricadute a cascata per tutto l’indotto.
Sono attesi interventi urgenti che possano contrastare una vera e propria emergenza in una terra, come l’Umbria, che vive, in maniera palese o ‘di traverso’, di turismo. Oltre a bar, ristoranti e attività ricettive varie, moltissime aziende, in tutti i settori, sono praticamente bloccate. E perché? Per la paura, per il caos informativo dovuto anche a titoli che non rispecchiano la verità dei fatti, per le decisioni prese e poi disdette e poi confermate, per l’indecisione che regna in questi giorni quando servirebbe solo una grande chiarezza.
“Confidiamo nei nostri clienti, piccoli e grandi, nei rapporti umani e nelle amicizie, fra noi non ci abbandoniamo” – è il desiderio dei titolari delle molte attività commerciali ed artigiane. Un appello che AssisiNews si sente di condividere e rilanciare, visto che quella dell’Umbria è una comunità piccola, ma fatta di grandi persone.
Gente che si è sempre rialzata dalle mille difficoltà con le quali ha dovuto “combattere” negli anni, difficoltà che tutti noi conosciamo. E che adesso, fermo restando le norme di sicurezza dovute al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, può aiutarsi a tenere duro e poi ripartire. Facendo squadra.
Ma l’economia del territorio come quella della nazione intera adesso deve vedersi anche tesa anche una mano importante, in attesa che torni a vincere la bellezza delle nostre città e della nostra terra. L’invito a tutti è quello di continuare a vivere e lavorare (ripetiamo: secondo quelle che sono le norme attuate dal governo in queste ore, logico) nella normalità, per quanto possibile.
Con la politica locale che deve cessare (almeno adesso) quella propaganda scellerata che non serve a niente e a nessuno, trovando un’unità di intenti importante senza intralciare una strada ad oggi difficile. Il sole tramonta e non scorda mai di risorgere, un po’ come la nostra terra, la nostra regione. Senza turisti, con le luci spente dei negozi e le aziende semivuote, i teatri, i palazzetti e gli stadi chiusi, lo spettacolo non è piacevole. Ma in attesa degli aiuti (che siano aiuti rapidi, non si può già più attendere!), aiutiamoci fra noi.
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