Teatri in rivolta. Da Nord a Sud, i palcoscenici hanno aderito alla manifestazione “Facciamo luce sul teatro”, promossa da U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo), illuminando ieri sera, tra le 19.30 e le 21.30, le insegne e aprendo le porte delle sale, senza però purtroppo poter ancora alzare i sipari e accogliere gli spettatori. L’iniziativa è andata in scena alla vigilia della data che segna un anno dal decreto che ha sancito la chiusura dei luoghi di spettacolo dal vivo ( il 23 febbraio). I gestori, i registi e i lavoratori chiedono di poter riaprire, in sicurezza.
Citando Sofocle – “Proteggere e liberare le città dai danni provocati da un’epidemia significa innanzitutto conoscere se stessi, prima che un’intera comunità si ammali di tristezza non riuscendo più a immaginare un futuro” – Unita ha in particolare chiesto al nuovo Governo e a tutta la cittadinanza che si torni immediatamente a parlare di Teatro e di spettacolo dal vivo, che lo si torni a nominare, che si programmi e si renda pubblico un piano che porti prima possibile ad una riapertura in sicurezza di questi luoghi.
Intanto, in attesa di certezze, gli spazi culturali sono tornati alla vita con Facciamo luce sul teatro come protagonisti urbani, con le luci ben visibili sia in sala sia sulla facciata. In Italia hanno partecipato centinaia di strutture e in molti casi i lavoratori del teatro hanno anche promosso fash mob davanti alla loro casa professionale. Per l’Umbria, c’era anche il Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi. “Torniamo per una sera a incontrare quella parte essenziale e indispensabile di ogni spettacolo senza la quale il teatro semplicemente non è: il pubblico”, l’appello prima della manifestazione della direttrice artistica Fulvia Angeletti.
© Riproduzione riservata