La primavera 2019 (21 Marzo 2019 ore 21:15) al Piccolo Teatro degli Instabili inizia con “Denominazione d’origine popolare” uno spettacolo/concerto, assolutamente da non perdere. I cinque musicisti che compongono I Violini di Santa Vittoria ci accompagneranno in un bellissimo viaggio nelle campagne emiliane.
Nei primi decenni dell’Ottocento si diffondono nuovi balli di origine popolare. Sono il valzer, la mazurca, la polca. Musiche che arrivano da lontano e che subito innestano le loro melodie, i ritmi, e soprattutto un nuovo modo di fare musica, sul tronco di una cultura arcaica e contadina. Nasce il liscio e a Santa Vittoria di Gualtieri (RE) questa nuova tradizione musicale prende la forma di un fenomeno unico nel suo genere. Si suona con gli strumenti ad arco, in piccoli gruppi orchestrali di cinque elementi che prendono vita quasi in ogni famiglia. Sul finire del secolo questo piccolo borgo ha già assunto i contorni della leggenda, diventando nell’ immaginazione degli uomini della bassa “il Paese dei Cento Violini”.
Le maggior parte delle musiche che verranno eseguite da I Violini di Santa Vittoria, tutte originali, appartengono alla famiglia Bagnoli, una delle più importanti e rappresentative della storia di Santa Vittoria. Sono valzer, mazurche, polche, tanghi, e onestep, scritti tra gli anni venti e trenta del Novecento, ricostruiti come testimonianza del gusto musicale di un’epoca. Un lavoro di arrangiamento che è servito a ridar vita a musiche dimenticate, nel rispetto della loro originaria freschezza. Lo spettacolo si arricchisce anche di un tessuto narrativo che introduce e accompagna passo passo lo spettatore all’interno della vicenda storica. In una sorta di omaggio ai filò di stalla viene snodata la memoria di una terra che non è soltanto uno spazio geografico ma anche e soprattutto un pezzo di cultura del nostro Paese.
Oggi questa tradizione torna a vivere nel quintetto d’archi I Violini di Santa Vittoria: tre violini (Davide Bizzarri-Orfeo Bossini-Roberto Mattioli), la viola (Ciro Chiapponi), il contrabbasso (Fabio Uliano Grasselli), dove oltre al semplice concerto si aggiunge la narrazione (e fa la differenza) con la voce di chi ne ha scritto anche i testi, Orfeo Bossini.
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