(F.P.) “Di avere coraggio non ci si pente mai” è il suo mantra ricorrente, ma Stefania Proietti sarà veramente la candidata alla Regione Umbria alla guida di un campo largo progressista? La sindaca di Assisi sembra essere, anzi è, sempre più in pole position (come da editoriale del direttore su Umbria Social), tanto più dopo la conquista di Perugia con Vittoria Ferdinandi e di Bastia con Erigo Pecci, entrambi alla guida di schieramenti larghi e civici che potrebbero riproporsi in chiave regionale. “Non è questo il tema né il momento, come dissi anche nella conferenza stampa del bilancio della Provincia. Ma senza dubbio la vittoria di Ferdinandi apre una strada di vittoria verso la Regione, la vittoria del patto avanti che è nato ad Assisi nel 2021 e nel mio piccolo lo rivendico”, la risposta al Corriere dell’Umbria che l’ha pungolata sul tema regionali. (Continua dopo la foto)
Dato per acquisito il voto cattolico, del tutto o in parte, il “problema” potrebbe essere semmai avere dalle associazioni femministe e dal mondo arcobaleno quel sostegno entusiasta che è andato a Ferdinandi. Proietti è sì vicina alla sinistra su molti temi – come l’ambientalismo e l’accoglienza – ma anche vicina al pensiero della Chiesa (e della destra; e probabilmente della sfidante Donatella Tesei) su temi come il matrimonio omosessuale o l’aborto. Temi che a livello regionale non sono importanti come il turismo (che va molto bene) o la sanità (che invece scricchiola, per non dire peggio), ma che comunque hanno un loro peso nel mobilitare un elettorato giovane e progressista, che pensa sì “locale” ma anche globale. Difficile però che la sinistra ‘estrema’, di fronte alla possibilità di riconquistare la Regione, si stacchi per una corsa di bandiera e in solitaria.
E proprio nel lavoro che attenderebbe Proietti alla Regione Umbria si inserisce il tema del coraggio: la prima cittadina lascerà quella che è un’oasi felice (con le sue pecche, ma felice) per dedicarsi alla “missione” di ‘salvare’ la Regione, un compito più complicato e delicato? Senza contare che Assisi ha di fronte a sé due appuntamenti importanti come il Giubileo e l’ottocentenario della morte di San Francesco: due appuntamenti cui Proietti vorrebbe arrivare da protagonista, non solo dietro le quinte – la sindaca ha avocato a sé molte delle deleghe in materia di Unesco e di ottocentenari e di cultura; e fatto in modo che anche gli assessori rispondessero a lei non solo sul piano formale – ma anche come “volto mediatico”, magari con il sogno di ‘saltare’ direttamente dal governo della città a quello nazionale, col vento in poppa di due appuntamenti che portano turisti e visibilità e – se ben gestiti – anche molto ‘credito’.
Ma i partiti spingono, anche perché ci potrebbe essere una finestra elettorale che, dopo la Regione, potrebbe riaprire i giochi anche in Comune, dove il centrosinistra potrebbe contare sull’effetto continuità grazie a Giubileo e ottocentenari. O, mal che vada, se anche non si votasse la città rimarrebbe comunque al centrosinistra fino al 2026. Per la cronaca anche stamattina, lunedì 25 giugno, la sindaca ha smentito discese in campo: “Quando mi hanno chiesto se sono in campo o in panchina ho risposto che sono in tribuna”. Ma secondo il Corriere dell’Umbria, lo schema sarebbe già quello provato per Perugia: il campo largo si riunisce, indica la candidata Stefania Proietti dà il disco verde. In estate girerà per le sagre per farsi conoscere, a settembre verranno presentate le liste. Sul nome della sindaca sarebbero d’accordo tutti: Giacomo Leonelli di Pensa Perugia, Emma Pavanelli per il Movimento 5 Stelle, Tommaso Bori del Pd, più defilati i Socialisti con Cesare Carini (“Proietti è un nome in campo”) e Avs con Elisabetta Piccolotti (“Vedremo, ora festeggiamo, poi ci vedremo e decideremo unitariamente, come fatto sin qui”).
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